Le colonne del vento
Un’anima speciale, quella di Clelia Esposito: madre, maestra, poetessa. A ben vedere, ogni anima è speciale, un unicum nella interrelazione senza limiti che regola il magnifico cosmo. Semplicemente, alcuni più di altri sanno raccontare di malinconie e gioie, dolori e felicità; alcuni più di altri sanno empaticamente entrare nelle fibre antiche di un ulivo, cogliendone la segreta voce, o farsi penetrare dalle parole del vento che giunge da lontano, portando con sé infinite parole d’infinite genti da altrove, quell’altrove che pure ci dimora dentro.
Alberto Figliolia
Tanta forza e tanta vita in queste poesie? Non è esagerazione, non è anacronismo? Cosa può valere questo groviglio di parole di fronte alla maestosità lucente del mondo globalizzato, liquido, ipertecnologico e, tante volte, arcigno, cinico e maleodorante?
Lorenzo Caiolo
Il mare e il vento
Indomito riversa le sue pene il mare
con l’impeto di chi si ama
e onda dopo onda appoggia sulle rive
l’erma pena di popoli lontani, il grido
di naufraghi senza fortuna e di vittime
che sognavano la vita.
E sferza il vento con malagrazia
cespugli di ginestre sulle dune,
scuote canneti sul limitare della sua dimora,
lottando con vortici di sabbia e alghe brune
che rotolano verso l’alba e inseguono
un gabbiano staccatosi dal cielo.
La vita è ferma
Intorpiditi i pensieri e il cuore,
come acqua di stagno,
come cielo coperto,
come polvere nell’aria
e la vita è ferma,
la sento malsana
come una palude e brucia
d’una inguaribile febbre,
mentre la mia umile fronte,
ormai di cenere, accartoccia
il pensiero e il ricordo di te,
di cui non restano che pochi dettagli
già circondati dal fuoco.
Notte di agosto
Il cielo sarà lucente questa notte
quando i ritmi della musica
si diffonderanno
sulla fosforescenza delle onde
e le stelle di nuove piattaforme cosmiche
daranno vita a canti e danze antichi,
piacevoli refusi del presente.
Tutto in emulsione con l’infinito.
Mi tieni sulla punta delle dita
Mi tieni sulla punta delle dita
come granello di sabbia
sui polpastrelli lucenti.
Mi tieni nei tuoi sguardi
o non mi vedi oppure sono la più alta vetta
di monti irraggiungibili
e penso, sgombra d’ogni dubbio,
che siamo il nulla o un’invenzione del pensiero
e ti porto sulla punta della lingua come qualcosa
che non ti ho saputo dire.
Ad Alda Merini
Morendo quel giorno hai battuto il nemico,
quella morte spietata
che sa cancellare corpi e memorie.
Ma tu non sarai mai oblio,
vivrai per sempre
col fragile groviglio di turbamenti
che riconosco in parte anche miei.
E il tuo corpo è immortale,
ne sento la voce, proviene dai versi
appoggiati con grazia su pagine candide.
Sento la forza e il coraggio
di quel volo d’aquila che sorvola le anime,
ne conosce nascondigli e segreti,
li scruta con prepotenza e li porta alla luce.
Splende e rinasce ogni volta col sole
l’eterna bellezza di un’anima nuda e vera.
E tutto è lasciato
in un testamento di sublime poesia
di cui solo un mondo che ha anima
e croce può diventare l’erede.
Scoprire l’amore
Di nero velluto è la notte e la luna,
come perla incastonata nel cielo,
guarda il mare inquieto.
Anch’io tremo di inquietudine
e vorrei lasciarmi toccare dalle onde
come la spiaggia in un impetuoso abbraccio.
Frammenti di stelle accendono l’infinito
come lanterne mi guidano per le vie del cuore.
È là che io sono con te.
Aspettando il sole
Non è più qui l’effervescente primavera.
Le avrò rubato tutte le sorprese con la mia bramosia
e si sarà nascosta dietro l’acciaio del cielo
pesando sul cuore come un macigno.
Quando ritornerai, amata primavera,
a ridipingere i miei occhi?
Anche le nuvole come cigni su acqua cheta
attendono il tuo ritorno per andar via.